Strategia Nazionale Aree Interne, due giornate di scouting nel Reventino-Savuto

Confronto su sanità e istruzione per la definizione della strategia di area


Strategia Nazionale Aree Interne, due giornate di scouting nel Reventino-Savuto

Sanità e istruzione al centro dello scouting territoriale nel Reventino Savuto. La ex sede della Comunità Montana di Soveria Mannelli (Cz) ha ospitato, nelle giornate del  7 e 8 novembre, gli incontri organizzati per approfondire i due ambiti tematici con l’intento di elaborare  il “preliminare di strategia d’area”, nella quale si esplicita un vero e proprio modello di sviluppo locale volto a migliorare i servizi essenziali e innalzare la qualità della vita degli individui.

All’intensa due giorni, di taglio operativo, hanno contribuito gli attori territoriali rilevanti negli ambiti tematici affrontati, i sindaci, gli esperti del Comitato Nazionale Aree Interne, i referenti del Ministero della Salute e del Miur, e il Dirigente generale del Dipartimento Programmazione della Regione Calabria, Paolo Praticò con altri funzionari e dirigenti regionali, realizzando così un’ennesima occasione di confronto lungo il percorso di co-progettazione, nella cornice segnata dalla SNAI. Erano presenti, inoltre, alcuni sindaci dell’area Grecanica, seconda area pilota della Strategia nazionale in Calabria.

Ancora una volta, dunque, sono stati puntati i riflettori sulla dinamica partecipativa e  di condivisione che caratterizza la metodologia adottata: i due appuntamenti sono stati funzionali, infatti, a focalizzare ancora una volta l’attenzione sugli adempimenti prescritti e ad illustrare gli strumenti messi a disposizione degli attori dell’area, ma soprattutto a far emergere le reali esigenze e le soluzioni necessarie. Il vero banco di prova per la comunità del Reventino-Savuto, e delle altre aree pilota, consiste nella capacità di essere protagonista dei processi di sviluppo territoriale e di tradurre istanze e fabbisogni in un quadro definito di azioni.

“Stiamo procedendo verso la costruzione di un nuovo modello di sviluppo del territorio - ha sottolineato Gerardo Cardillo, del Comitato Nazionale Aree Interne - con una metodologia innovativa basata sulla elaborazione condivisa, tra i vari livelli istituzionali e i soggetti rilevanti, di azioni da realizzare. Le giornate di scouting sono utili al confronto tra le varie istanze e le visioni per tirare fuori soluzioni che nessuno ha ancora immaginato o individuato per questa area “pilota”. La scrittura del preliminare di strategia - spiega ancora Cardillo - è un lavoro che, se fatto bene adesso, massimizzerà i risultati e le ricadute sul territorio, a partire dai tempi di approvazione della strategia. Si deve scongiurare la dispersione delle risorse evitando le iniziative singole”.

La prima delle due sessioni in programma ha preso in esame il tema chiave della sanità. Sono state affrontate le numerose criticità che caratterizzano l’offerta del servizio sanitario nell’area pilota, con particolare attenzione al rapporto tra qualità della vita e sanità, e sono state definite le priorità andando a sintesi su interventi mirati e risolutivi. Partendo dal quadro di riferimento offerto dai referenti ministeriali, da Invitalia e dal Dipartimento Sanità della Regione Calabria, verificando che le istanze siano aderenti a normative e programmi esistenti, gli attori del territorio hanno analizzato la  situazione del nosocomio di Soveria Mannelli e convenuto sulla necessità di portare a sistema il modello  degli UCCP (unità complesse di cure primarie) sperimentato nell’area, anche alla luce  dei cambiamenti introdotti dal ridisegno delle rete ospedaliera calabrese e dell’adozione del nuovo piano di assistenza delle aziende sanitarie territoriali della Calabria. Una buona organizzazione della medicina territoriale è stata ritenuta, dai vari soggetti, in grado di sopperire alla progressiva diminuzione dei posti letto, così come è stata proposta una maggiore interazione tra competenze comunali di tipo sociale e quelle dell’Asp di natura sanitaria, da perseguire anche attraverso l’utilizzo di una piattaforma digitale unica in cui scambiare le informazioni.  I fabbisogni della popolazione sono stati considerati, inoltre, alla luce delle forti dinamiche di seconda accoglienza a cui si stanno aprendo i territori con l’ingresso dei comuni dell’area nella rete territoriale dello SPRAR. 

Il focus della seconda sessione ha riguardato l’ambito tematico dell’istruzione e si è arricchito, anche, delle testimonianze di dirigenti scolastici, insegnanti e studenti. “Questo è il tema più importante tra quelli da approfondire - ha rimarcato Cardillo - perché trasversale e capace di incidere direttamente sullo spopolamento, impedendo che i ragazzi abbandonino quest’area. È necessario puntare sugli elementi di forza e le vocazioni del territorio, come la realtà imprenditoriale relativa al manifatturiero, per tarare un’offerta formativa adeguata. Dobbiamo immaginare quali linee di sviluppo si vogliono seguire da qui ai prossimi vent’anni e su queste costruire un forte legame tra scuola e mondo produttivo locale”.

L’uso delle nuove tecnologie, la digitalizzazione dei servizi, il miglioramento delle competenze e il turn over della classe docente, l’innalzamento della qualità dell’offerta formativa e lo sviluppo dello spirito imprenditoriale sono aspetti che hanno costituito il cuore dei lavori dedicati all’istruzione, senza prescindere da altri temi, altrettanto rilevanti e strettamente connessi, quali il sistema dei trasporti e la viabilità, la riorganizzazione scolastica e la messa in sicurezza degli edifici. Anche rispetto all’istruzione è stato richiamato il contributo alla crescita dei territori che i percorsi di accoglienza solidale in atto, sebbene complessi, possono apportare.

A conclusione di entrambe le articolazioni del tavolo di confronto il dirigente del Dipartimento Programmazione, Paolo Praticò ha sollecitato una nuova ‘governance’ intercomunale, la vera chiave di successo della Strategia Nazionale Aree Interne per trasformare efficacemente i luoghi, migliorare i servizi offerti ed impedire lo spopolamento. “Ho ascoltato con interesse le diverse esperienze - ha affermato Praticò - da cui traggo la conferma che i fondi comunitari non rappresentano solo una valida occasione da cogliere in termini di progetti di spesa, ma vanno interpretati come l’opportunità di tradurre ‘visioni e prospettive’ che le comunità immaginano per propria crescita. Siamo chiamati a scegliere progetti validi ma, soprattutto, a  dare vita ad un metodo che dia continuità ai risultati. Partiamo da un sistema di fiducia reciproca, basato su un lavoro comune, e mettiamo in campo la forza di generare idee, perché la Calabria ha bisogno di tanti motori e di idee.”.