Una Calabria accogliente e inclusiva

Numerosa la partecipazione all’incontro promosso dall’Ufficio per il Partenariato


Una Calabria accogliente e inclusiva

Una vivace e variegata rappresentanza di migranti e di operatori dell’accoglienza, mercoledì scorso ha riempito la sala verde della Cittadella Regionale in occasione dell’incontro “Una Calabria accogliente e inclusiva”, organizzato dall’Ufficio per il Partenariato della Regione Calabria in collaborazione con il Forum del Terzo Settore regionale. Un’intensa giornata di confronto durante la quale si sono confrontate le politiche e i programmi regionali, con le attività svolte quotidianamente sul territorio dalle associazioni e organizzazioni che si occupano di accoglienza e integrazione.

La giornata è stata introdotta da Tommaso Calabrò, Dirigente del Settore Programmazione Regionale, Settoriale e Territoriale e Responsabile dell’Ufficio per il Partenariato, e da Gianni Pensabene, portavoce del Forum del Terzo Settore Calabria, che hanno sottolineato l’attualità e la rilevanza del tema oggetto del confronto e dell’importante segnale di sinergia che si vuole dare tra la Regione e il Partenariato Economico e Sociale.

Durante la sessione mattutina, moderata dal sociologo e docente dell’Università della Calabria, Piero Fantozzi, si sono alternati gli interventi istituzionali, a cominciare dalla testimonianza del sindaco di Riace, Domenico Lucano. Il sindaco ha evidenziato come il modello di integrazione ed accoglienza realizzato a Riace ha numerose ricadute positive sul territorio, prima fra tutte il freno allo spopolamento e all’abbandono dei centri minori. “Il modello Riace – ha raccontato Lucano - è nato spontaneamente proprio dopo uno sbarco. Il centro storico, ormai abbandonato, è stato ripensato, dando ospitalità ai migranti nelle case lasciate vuote dei nostri emigrati”.

Il referente dell’UNHCR Federico Tsucalas ha illustrato invece il progetto pilota dell’UNHCR sull’integrazione in cui è coinvolta la Regione. La Calabria è infatti stata scelta come una delle tre Regioni italiane in cui far partire questa sperimentazione. Il progetto prevede una mappatura delle buone pratiche regionali sul tema dell’immigrazione per procedere poi, insieme alle istituzioni, all’elaborazione di un piano regionale per l’integrazione, in linea con quello nazionale, ma personalizzato sulle realtà esistenti.

Ha poi preso la parola Giovanni Manoccio, Delegato della Regione per i migranti, che ha raccontato le azioni e le politiche messe in campo dall’Amministrazione nell’ultimo triennio a favore dei migranti, sottolineando la necessità di una professionalizzazione delle figure da impiegare nei progetti. Manoccio ha ricordato inoltre, come la Regione Calabria abbia registrato il plauso della Commissione Europea per le azioni intraprese, soprattutto per ciò che riguarda la gestione delle emergenze, anche nei confronti dei minori non accompagnati.

“La Calabria e i calabresi hanno l’accoglienza ha nel proprio DNA” così ha esordito il Presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio, evidenziando come il tema dell’integrazione sia centrale poiché legato allo sviluppo del territorio e alla legalità. “I calabresi – ha continuato Oliverio - non si sono mai posti in termini di rifiuto di fronte alle migliaia di uomini e donne approdate sulle nostre coste”. Il Presidente però ha richiamato alla necessità di “dare risposte che si pongano il problema oltre l’accoglienza, per favorire l’integrazione, conciliandola con la sicurezza”.

“La Regione – ha proseguito – registra una continua crescita di Comuni che manifestano la volontà di mettere in atto progetti per l’integrazione e l’accoglienza, anche sulla stregua dell’esempio delle numerose esperienze presenti nella nostra regione, a cominciare dal modello Riace”.

In seguito Maurizio Alfano, Coordinatore della Consulta per i Minori, ha raccontato le diverse azioni realizzate per affrontare il tema dei minori non accompagnati, sottolineando come queste vadano necessariamente armonizzate, senza mai dimenticare l’importanza di un approccio umano prima che legato ai processi, seppure legittimi, di sicurezza.

Un approfondimento sul protocollo di Taverna, voluto e siglato dal Ministro degli Interni, Marco Minniti, nell’intervento del Prefetto di Catanzaro, Luisa Latella. Il protocollo che è stato realizzato insieme all’Anci, dovrebbe consentire il passaggio definitivo dal modello dei CAS agli SPRAR. “I Comuni che accolgono i migranti avranno importanti risorse per le comunità che possono essere reinvestiti nel sociale o in opere pubbliche” così ha concluso il Prefetto, evidenziando l’importanza del confronto e della sinergia tra gli attori del sistema per una capacità progettuale che dovrà concretizzarsi entro marzo 2018 anche con l’istituzione di Task force provinciali a sostegno dei Comuni.  

Gianluca Callipo, Presidente dell’ANCI Calabria, ha ripreso il discorso sul protocollo d’intesa firmato con il Ministero: “l’obiettivo è quello dell’integrazione, che si può realizzare solo mettendo insieme tutti gli attori, istituzionali e non. - ha dichiarato Callipo - Il percorso ci vede impegnati a presentare progetti entro il prossimo marzo. Partecipare ai bandi è la chiave per far partire esperienze importanti con ricadute significative per i territori. L’Anci supporterà i Comuni, sapendo di contare anche sul sostegno della Regione. In Calabria i Comuni che hanno espresso la volontà di aderire al progetto Sprar sono 200 su 400, cioè uno su due, rispetto a una media nazionale di 1 a 8. Un dato che ci rende orgogliosi e che va valorizzato per far sì che l’accoglienza diffusa, praticata da noi e da pochi altri, possa essere un concreto vantaggio per le comunità che accolgono e per quelle che sono accolte”.

I lavori della mattina si sono conclusi con una prima sessione di interventi degli operatori. Durante la sessione pomeridiana, moderata da Mariafrancesca D’Agostino, esperta sul tema e docente dell’Università della Calabria, si sono alternati i rappresentanti di alcune delle esperienze più interessanti e difficili che si realizzano sul territorio: Maria Teresa Terreri del Ci.di.s (progetto Never Alone) di Corigliano, Marina Galati della Comunità Progetto Sud di Lamezia Terme, Nino Quaranta di SOS Rosarno, Gianluca Callipo dell’ANCI Calabria e Mariangela Ambrogio della Caritas di Reggio-Bova e i ragazzi dell’Associazione Capusutta di Lamezia Terme. In particolare questi ultimi hanno raccontato l’esperienza di Teatro della NON Scuola che a Lamezia fa integrazione tra adolescenti rom, minori non accompagnati e adolescenti lametini.

Tantissimi gli interventi degli operatori ai quali hanno dato risposta Giovanni Manoccio e l’Assessore alla Scuola, lavoro, welfare e politiche giovanili, Federica Roccisano. Quest’ultima ha chiuso i lavori definendo questa una “fase storica e politica in cui si vuol far credere che i migranti costituiscono una minaccia. Abbiamo bisogno di esempi, di buone pratiche messe in rete. – ha continuato la Roccisano - La Regione ha il ruolo di mettere a sistema e favorire il rafforzamento di questa rete di attori. La Calabria deve diffondere questa cultura “altra”, questa capacità di realizzare azioni positive”. L’Assessore ha poi preso un impegno con Rosarno: “La tendopoli non deve esistere più. Incontreremo l’Aterp, i sindaci della piana di Gioia Tauro e troveremo finalmente una soluzione”.