Il futuro della politica regionale di coesione
La Conferenza delle Regioni adotta un documento politico
Giovedì scorso la Conferenza delle Regioni ha adottato un documento politico sul futuro della politica di coesione in cui si auspica che le sia assegnata, anche dopo il 2020, una dotazione finanziaria all'altezza e che sia confermato come suo obiettivo prioritario la riduzione delle disparità territoriali. Il testo offre un importante contributo al dibattito che si sta sviluppando a Bruxelles attorno agli assetti del prossimo ciclo di programmazione dei fondi strutturali che la Commissione Europea comincerà a breve a mettere a punto. L'obiettivo è di rafforzare la posizione italiana sul tema, definendo le priorità degli enti regionali in vista dei futuri negoziati, a cominciare da quelli sul bilancio dell'Ue post 2020, che potrebbero vedere diversi paesi favorevoli ad un ridimensionamento della politica di coesione. "Abbiamo voluto mandare un segnale politico forte, non limitandoci a chiedere che la politica di coesione sia dotata di risorse ambiziose anche dopo il 2020, ma proponendo una serie di innovazioni, nel solco di quelle introdotte da questa programmazione, per rafforzarne in futuro efficacia e affidabilità", afferma il Presidente Mario Oliverio. "Un'istanza centrale espressa daldocumento è l'abolizione del principio di condizionalità macroeconomica che attualmente prevede il possibile congelamento dei fondi strutturali per le regioni in caso di mancato rispetto delle regole di stabilità da parte dei governi degli Stati membri. Una regola assurda che punisce ingiustamente le regioni per responsabilità che non hanno".
La Regione Calabria ha contribuito direttamente al documento partecipando con il dirigente generale del Dipartimento programmazione, Paolo Praticò, al gruppo di lavoro che ne ha curato l'elaborazione tecnica. Il testo richiama il decisivo contributo della politica di coesione non solo nel promuovere lo sviluppo e la competitività dei territori, ma anche nel dare attuazione alle politiche settoriali europee, nonché nel rafforzare il legame tra cittadini ed Europa. Tra le priorità delle regioni per il post 2020 sottolineate nel documento: una maggiore armonizzazione delle regole dei diversi fondi; un ulteriore rafforzamento delle responsabilità di gestione e programmazione in capo alle autorità regionali; un'attenzione maggiore alle sfide sociali; un'applicazione delle condizionalità ex ante più flessibile; la semplificazione delle regole di gestione e controllo; un focus rafforzato sulla dimensione territoriale delle politiche.